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Confetti e dispetti
Storie Storie, Einaudi Ragazzi

Illustratrice Isabella Ongaro

Bambine astute, birichine, buone da far paura. Raccontano storie di piccole vendette saporite, giochi col fiato sospeso, pentimenti e grandi amicizie.

Confetti e dispetti

L’AMICA DEGLI ANIMALI

Certo che Zoe amava gli animali! Li amava come tutti i bambini. Con tenerezza, curiosità e circospezione, a seconda che fossero adulti o cuccioli, vicini o lontani, cordiali o dispettosi.
Ma una cosa Zoe aveva ben chiaro, ed era che non li voleva in casa. Coccolava i cani al parco, accarezzava i gatti degli amici, dava le briciole di pane ai passerotti e evitava di schiacciare le formiche. Ma non aveva mai chiesto ai genitori, mai da quando era nata, un animale per sé.
Il guaio è che questo sembrava inaccettabile a tutto il resto del mondo. E la questione della ‘stranezza’ di Zoe, si ripresentava ad ogni compleanno, Natale o festa comandata.

SOTTO LA LUNA

Quando vide Oldina che parlava animatamente, in piedi vicino allo scivolo, rallentò il passo. Aveva tanto sperato che non ci fosse. E invece Oldina c’era, eccome. C’era con tutta sé stessa, come al solito, al centro di un gruppo di ragazzini che l’ascoltavano senza fiatare. Sembrava più pallida del solito, con gli occhi arrossati perché era allergica ai pollini e la bocca verde per via del ghiacciolo alla menta che stava succhiando.
Olivia pensò che fosse brutta e cattiva. Poi si pentì di avere avuto quel pensiero. Con Oldina passava lunghi pomeriggi invernali a non fare assolutamente niente, e questo è già un bel legame. Ed erano compagne di scuola dall’asilo. Forse, in fondo in fondo, le voleva anche un po’ di bene. E allora perché la detestava?

NEL BUIO DEL BOSCO

Laura spalancò la porta.
“Corri”, gridò, spingendo l’amica dietro la schiena.
Elena si raggomitolò per prendere velocità e corse a perdifiato attraverso il giardino, superò il cancelletto e svoltò per il bosco. Anche se si era messa la giacca a vento e gli scarponcini, dopo pochi passi era già zuppa fino alle ossa. Mentre correva, cercava di non pensare, altrimenti sarebbe morta di paura. Non vedeva quasi nulla, perché era buio pesto ed evitava i rami alla cieca. Quando finalmente raggiunse la quercia, tirò un sospiro di sollievo. Con le dita bagnate graffiò via un lembo di muschio, lanciò un grido di vittoria e fece dietrofront, raddoppiando la velocità.